domenica 27 luglio 2014

Un milione dall'Azerbaijan per riunire i Fori imperiali "Scavi sotto via Alessandrina"

Un milione dall'Azerbaijan per riunire i Fori imperiali "Scavi sotto via Alessandrina"
SARA GRATTOGGI
15 luglio 2014
LA REPUBBLICA

UN MILIONE di euro dall'Azerbaijan per "ricucire" il Foro di Traiano, scavando sotto via Alessandrina. A firmare la convenzione fra il Comune e il ministero della Cultura azero, ieri, il sindaco Ignazio Marino e il ministro Abulfas Qarayev, davanti al presidente della Repubblica dell'Azerbaijan, Ilham Aliyev. La donazione permetterà di riprendere gli scavi nell'area dei Fori Imperiali: un primo passo verso la creazione del Parco dell'area archeologica centrale, che prevede in futuro la rimozione del tratto settentrionale di via Alessandrina per riunificare i fori di Traiano, Augusto e Nerva. «Per il progetto complessivo — ha spiegato Marino — servirebbero 4 milioni, ma il mecenatismo dell'Azerbaijan ci permetterà di cominciare a scavare sotto il primo tratto di via Alessandrina, realizzando quanto Rutelli aveva immaginato 15 anni fa». Il tratto interessato è quello che attraversa il foro di Traiano, subito dopo la passerella che congiunge via Alessandrina a via dei Fori Imperiali, e arriva fino al foro di Augusto. L'intervento sarà realizzato secondo il progetto curato dalla Sovrintendenza capitolina, guidata da Claudio Parisi Presicce, e condiviso con quella statale. «In un primo momento via Alessandrina non verrà smantellata — spiega Parisi Presicce — Ma realizzeremo alcune trincee per gli scavi stratigrafici e ne "alleggeriremo" la struttura, aprendo passaggi fra gli archi che riuniscano i Fori oggi divisi. L'idea è di rendere il cantiere visibile al pubblico, stiamo studiando come». Non è escluso, quindi, che si agisca con la stessa "filosofia" usata per la Fontana di Trevi. Il progetto, che sarà affidato al termine di una gara pubblica e partirà fra circa 6 mesi, coinvolgerà università e accademie straniere. E durerà 2 anni a partire dall'affidamento. Il finanziamento sarà diviso in due rate da 500 mila euro: la prima arriverà entro tre mesi, la seconda sarà versata dopo un anno. «Sono orgoglioso che l'Azerbaijan sia parte di questo progetto, che segna una nuova fase nel rapporto di cooperazione fra i nostri Paesi» ha detto Aliyev. Del resto, non è la prima volta che l'Azerbaijan finanzia restauri nella Città Eterna: lo aveva fatto per la Sala dei Filosofi di Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini, mentre la fondazione della first lady aveva contribuito al restauro delle catacombe dei Ss. Pietro e Marcellino. E oggi a Roma arriverà un altro mecenate: l'imprenditore Yuzo Yagi, finanziatore del restauro della Piramide Cestia, incontrerà alle 17.30 il ministro Franceschini.

La rivincita dello stadio Variano "Era più lungo del Circo Massimo"

La rivincita dello stadio Variano "Era più lungo del Circo Massimo"
SARA GRATTOGGI
LA REPUBBLICA
17 luglio 2014
NON era il Circo Massimo il più grande della Roma antica. A strappare, a sorpresa, la palma al più antico e noto circo romano, dopo le ultime scoperte della Soprintendenza ai Beni archeologici, è il Circo Variano nell'area archeologica di Santa Croce, a lungo considerato il secondo per dimensioni. Nei mesi scorsi, nel corso di un saggio per un intervento dell'Acea, è stata rimessa in luce, però, una porzione della torre occidentale. «Il ritrovamento della struttura — spiega la soprintendente Mariarosaria Barbera — ha rivelato anche il posizionamento delle cabine di partenza dei carri, che erano affiancate alla torre. È stato possibile, così, stabilire che l'impianto originario del circo, la cui costruzione cominciò sotto Caracalla, aveva una lunghezza superiore di circa 9 metri a quella del Circo Massimo: 630 metri contro 621». La sua estensione fu poi ridotta dal successore di Caracalla, Elagabalo (Sesto Vario Avito Bassiano, da cui il Circo Variano prese il nome), mentre la costruzione delle mura Aureliane lo tagliò in due.
Le ultime scoperte saranno illustrate al pubblico nel corso delle visite guidate gratuite serali all'area archeologica imperiale che circonda Santa Croce in Gerusalemme, organizzate da domani al 27 luglio alle 19 nell'ambito del festival "Santa Croce Effetto Notte". Fra queste, importanti novità riguardano anche le Terme Eleniane, edificate da Alessandro Severo e ristrutturate da Elena, madre di Costantino, a cui il figlio lasciò poi il complesso: in origine un quartiere di grandi domus private, scelto poi nel III secolo dai Severi per edificarvi una lussuosa residenza imperiale. Se del complesso termale (distrutto agli inizi del ‘900) oggi è visibile solo la cisterna, finora se ne conosceva la pianta grazie a un disegno cinquecentesco del Palladio, che Rodolfo Lanciani posizionò nella sua Forma Urbis. Uno scavo recente ha riportato però alla luce un muro delle terme che coincide perfettamente con la pianta del Palladio e conferma l'esattezza del disegno.
Altre novità riguardano il cosiddetto Tempio di Venere e Cupido, una grande aula pubblica per udienze foderata di marmi della reggia costantiniana. «In occasione del restauro delle murature abbiamo effettuato un piccolo saggio di scavo all'interno dell'abside, che ha rimesso in luce la preparazione del pavimento, costituito da enormi lastre in marmo da 90 cm di lato» racconta Anna De Santis, responsabile dello scavo.
Nel corso dei tour gratuiti, oltre all'acquedotto Claudio, alla basilica civile e ad alcune parti del Palazzo Sessoriano (la residenza imperiale), saranno visitabili anche i resti delle case private a due piani, costruite per i dignitari della corte di Elena, e la splendida domus di Aufidia Cornelia Valentilla, risalente al II secolo e annessa nel III al complesso imperiale severiano, che sarà riaperta dopo il recente restauro degli affreschi e dei mosaici pavimentali.

Archeologia, in via Portuense spunta un'antica stazione con terme e sepolcri

 Archeologia, in via Portuense spunta un'antica stazione con terme e sepolcri 
25 luglio 2014.
 La scoperta durante i lavori per il raddoppio della carreggiata. Grazie a un accordo tra sorpintendenza e municipio, l'arearisalente a duemila anni fa sarà visitabile su prenotazione


Terme maschili e femminili, una stazione di posta e un luogo di culto. In sostanza, un vero e proprio "hub" risalente a duemila anni fa. Una stazione dotata di strutture di servizio, per il corpo e per lo spirito, destinate a confortare il tragitto di viaggiatori e trasportatori, moltissimi, impegnati a raggiungere i moli di Portus (oggi Fiumicino) o provenienti dai medesimi approdi commerciali per trasferire le merci destinate alla capitale dell'Impero romano.

L'area archeologica di via Portuense è stato presentato oggi da Laura Cianfriglia, archeologa responsabile dello scavo, Maurizio Veloccia, presidente del Municipio XI, Paolo Masini, assessore capitolino ai Lavori Pubblici. I lavori pubblici in corso consegneranno il raddoppio della carreggiata di via Portuense e lo snellimento del traffico che oggi incontra una strettoia in corrispondenza del ponte sul quale transita la ferrovia Roma-Fiumicino. Ma intanto la Soprintendenza speciale per i beni archeologici sta conducendo indagini archeologiche preliminari che restituiscono la fotografia di edifici e strade brulicanti di vita e di merci da almeno venti secoli.

Infatti l'attuale via Portuense ripercorre il tracciato antico della via Portuensis che, in questo punto, incrociava la via Campana: strade sulle quali viaggiavano tonnellate di anfore con olio, granaglie, sale, tessuti e tutte le importazioni necessarie a una città che in fase imperiale raggiunse un milione di abitanti. Le strutture archeologiche che saranno aperte alla visita su prenotazione, grazie all'iniziativa della Soprintendenza in collaborazione col Municipio XI, sono quelle emerse dal febbraio 2014, in un cantiere che si estende a monte e a valle del ponte ferroviario. Gli scavi hanno portato alla luce un gran numero di oggetti femminili: una cinquantina tra spatole e spilloni in osso e in avorio, cucchiaini per il trucco, il manico di uno specchio, diversi contenitori per il balsamo.

Tra gli ambienti spicca per qualità della conservazione quello che presenta una grande vasca, alta oltre 2 metri, foderata in cocciopesto.
"I lavori degli ultimi anni confermano la ben nota alta densità di presenze antiche -spiega il Soprintendente Mariarosaria Barbera- attestata dalle fonti scritte e confermata
dagli scavi eseguiti negli ultimi decenni. Dopo il restauro le testimonianze restituite dagli scavi, secondo il consolidato orientamento dello Stato, saranno restaurate e esposte al pubblico in una sede della Soprintendenza appartenente al territorio di provenienza".
 Roma.repubblica.it/cronaca/2014/07/25/news/archeologia_in_via_portuense_spunta_un_antica_stazione_con_terme_e_sepolcri-92390309/?rss

venerdì 25 luglio 2014

Des romains au coeur de la Chine en l'an 166



Extraits du documentaire "Des romains au coeur de la Chine" de Patrick Cabouat, Kaoru Kawada, Atsushi Murayama et Jean-François Delassus. Série Eurasia, en huit épisodes, écrite par Alain Moreau et coproduite par France 5, NHK et Point du jour. 2004. 48 minutes.

Des découvertes récentes ont permis de montrer que les Romains utilisaient couramment des vêtements tissés de soie venant de Chine. C'est sous l'impulsion d'Auguste, premier empereur des Romains, au début de notre ère, que les relations se nouent entre les deux empires dominants de la planète.

D'abord mis en relation par la route de la soie, le commerce entre les Romains et les Chinois va connaître un essor important lorsque les navigateurs européens vont apprendre à utiliser les courants et les vents de la mousson. La possibilité leur est offerte de traverser l'océan indien et de parvenir au sud de l'Inde et à Ceylan.

Des traces de monnaie romaine retrouvée en chine, atteste de ces contactes, comme en témoigne aussi les vestiges retrouvés dans une épave à la Madrague de Giens. Ces routes commerciales prospères vont toutefois péricliter à la fin de l'empire romain, aux IVème et Vème siècle de notre ère.

lunedì 14 luglio 2014

La Colonna Traiana come un fumetto. Fregi svelati e nuovi scavi

La Colonna Traiana come un fumetto. Fregi svelati e nuovi scavi 
Edoardo Sassi 
Corriere della Sera, Roma 29/6/2014 
Una fontana restaurata e lo «srotolamento» della Colonna Traiana, leggibile in una sequenza fotografica di 160 metri, 80 per lato: doppia inaugurazione a seguire, ieri pomeriggio, per il sindaco Ignazio Marino e il sovraintendente capitolino Claudio Parisi Presicce, che in coppia hanno tagliato il nastro di due interventi: il primo, la rinata Fontana dell’Acqua Paola in piazza Trilussa; il secondo, con tanto di primo cittadino improvvisatosi guida per i turisti presenti, per l’installazione che riproduce il rilievo del celebre monumento.
Dunque l’acqua e l’archeologia protagoniste per qualche ora del pomeriggio estivo del sindaco, il quale ha anche colto l’occasione per annunciare la ripresa degli scavi sotto via Alessandrina: «Presto inizieremo di nuovo, tra qualche settimana saremo infatti in grado di annunciare l’arrivo delle prime donazioni come risultato della ricerca che ho condotto negli ultimi mesi in molti Paesi stranieri. Così potremo riprendere a scavare».
L’annuncio è arrivato contestualmente all’inaugurazione della mostra «Il fregio svelato: il racconto della Colonna Traiana», riproduzione fotografica del rilievo collocata ai piedi di un monumento altrimenti di difficile «leggibilità». A far da supporto al racconto archeologico, «quadro per quadro», un lungo telo in pvc, fondo nero, issato su una struttura in metallo a doppio spiovente, posta al centro del percorso di Piazza del Foro di Traiano, là dove prima parcheggiavano le auto. Un progetto ideato da Francesco Zan dell’università di Firenze, realizzato in collaborazione con la Sovrintendenza capitolina e costato 43mila euro, che sarà esposto fino alla fine di settembre.
Buona l’idea, che però senza una pensilina e priva di illuminazione serale/notturna ha qualche «nemico»: i gabbiani, ad esempio, bravissimi già ieri nel prendere la mira pe ri loro bisogni; il sole a picco che fa stramazzare e stringere gli occhi; e appunto l’impossibilità di godere della prolungata lettura nelle ore più fresche. Per l’illuminazione, ha spiegato il sovraintendente Parisi Presicce, «stiamo studiando la cosa». Intanto c’è la possibilità, «che neanche gli antichi ebbero nella sua interezza», di seguire il fregio che racconta le due guerre in Dacia condotte da Traiano. Una linearizzazione realizzata grazie a moderne tecniche fotografiche di trasposizione, piaciuta anche al gruppo di inglesi in visita nella capitale per i quali Marino stesso, the mayor , si è improvvisato guida.

mercoledì 2 luglio 2014

Egitto: Beni archeologici, scoperta citta' romana nel delta del Nilo

(Aki) - I resti di una citta' di epoca romana sono stati ritrovati nella provincia egiziana di Buhayra, nel nord ovest del delta del Nilo, a 135 chilometri dal Cairo. Lo ha annunciato il ministro egiziano dei Beni archeologici, Mamdouh al-Damati, spiegando che la scoperta e' stata fatta "durante un'operazione di rilevamento effettuata da un team congiunto del ministero e del Centro archeologico italo-egiziano in collaborazione con le universita' di Padova e Siena". "Questa - ha detto Damati - e' una scoperta di importanza storica, soprattutto perche' rivela molti dettagli sulla vita quotidiana in quell'epoca e sulle caratteristiche architettoniche di queste citta' pianificate secondo il modello ellenistico-romano".

Dai rilevamenti, che sono stati effettuati "con le piu' moderne tecniche di indagine geofisica, topografica e magnetica, e' emersa la presenza di numerosi impianti che circondano un grande edificio rettangolare, utilizzato a scopo amministrativo oppure religioso". La parte piu' antica dell'insediamento "risale agli inizi dell'epoca ellenistica", mentre la parte piu' recente "alla fine dell'epoca ellenistica e agli inizi di quella romana" in Egitto, ha detto il ministro. Dal canto suo, l'archeologo Muhammad Kenawi, che fa parte del team egiziano, ha affermato che "la fondazione della citta' risale probabilmente all'epoca delle ultime dinastie faraoniche, ma questa ipotesi necessita di ulteriore studio".

martedì 1 luglio 2014

Eine Reise in die Antike auf den Straßen der Römer




Il torchio romano di Piesport è uno dei più antichi torchi sulla Mosella.
Ogni ottobre, durante il festival del vino romano le uve vengono pigiate dopo il modello romano.
Schiavi romani calpestano le uve, al fine di estrarre il mosto d'uva:
Per s estrarre altro mosto, il mosto viene travasato in torchio.
Blocchi di legno per rafforzare il torchio.
Un enorme trave di legno esercitata una grande pressione mediante un contrappeso.
Il mosto viene raccolto in una vasca di raccolta, viene aggiunto, secondo l'usanza romana del vino vecchio, e viene trasportato per stoccaggio e la fermentazione.
Il vino viene trasportato su un nave prefettura o alla corte imperiale di Treviri.


sabato 7 giugno 2014

Archeologia, scoperte a Tor Vergata terme con stucchi dipinti

 articolo completo al seguente link:

Archeologia, scoperte a Tor Vergata terme con stucchi dipinti - Il Messaggero:

(...)

La scoperta di questo complesso termale è solo l'ultimo di una serie di ritrovamenti avvenuti di recente nella Capitale, a partire da quelli della ''parte segreta di Ostia Antica'' che ha rivelato come il porto di Roma antica fosse esteso il doppio di Pompei. Quanto alle terme venute alla luce nell'area di Tor Vergata, «nel futuro immaginiamo di rendere fruibile al territorio questa scoperta»,

(...)

mercoledì 21 maggio 2014

il "Relitto delle tegole", una nave Romana trovata nei pressi di Terracina




Immagini del relitto di una nave oneraria romana risalente al I° secolo avanti cristo che trasportava embrici e coppi romani.
I resti della nave e del suo carico giaccciono nei fondali prospicenti Terracina (Latina), ad una profondita' di circa 24 m.
Ma... Le tegole stanno scomparendo. Una dopo l'altra. Il carico non è più lo stesso di quello scoperto nell'ottobre 1997 da due amanti dell'archeologia subacquea. I 4 mila elementi (tra tegole e coppi) sistemati su una superficie di 15 metri x10 si sono ridotti notevolmente di numero. La nave, adagiata su di un fondale di 30 metri ad un miglio e mezzo dalla costa, è stata in gran parte spogliata. E pensare che era proprio questa la sua particolarità! Mai, nel fondo del mare, era stata ritrovata una nave con un carico intatto. Gli studi che erano stati avviati dalla Sovrintendenza nel luglio del 1998 avrebbero potuto dare delle utili indicazioni sul sistema di navigazione e di commercio nell'antichità romana. L'imbarcazione, una specie di chiatta viste le misure dello scafo (20 metrix10), era naufragata in uno dei suoi viaggi sottocosta, effettuati per trasportare materiale da costruzione. Lo scafo era rimasto interrato, le paratie distrutte. Il materiale era disposto su tre piani di carico. In totale 6 ordini di file. Per due millenni tutto era rimasto impilato perfettamente come all'origine. Da qui una situazione di studio più unica che rara. Ma non finiva qui l'importanza scientifica del ritrovamento effettuato da Sami Zammar e Antonio Cervelloni dell'Archeosub pontino. Una delle tegole (cm 60x47) presentava il marchio di fabbrica con il nome del proprietario dell'officina, tale Marcus Arrius già attestato una volta sul tratto di litorale di Terracina. Le fabbriche di questo materiale edile erano comuni, dato che la realizzazione avveniva in proprio all'interno delle domus rustiche. Si trattava dell'identico materiale usato per la villa di Tiberio a Sperlonga. L'artigiano era lo stesso. Si voleva fare del cosiddetto «relitto delle tegole» un museo sottomarino con tanto di guida. Sarebbe stato una novità in assoluto in Italia. Ora però, se non interverranno vincoli ed interdizioni, il museo qualcuno se lo farà a casa propria.

lunedì 21 aprile 2014

Римско наследство в България

Gladiatoren Schule / Gladiators school / Carnuntum

Die Römer im Südwesten - Teil 2/2 - Leben in Germanien



Die Reise ins Alltagsleben der Römer beginnt in der ältesten Stadt Deutschlands, in Trier, dem damaligen Augusta Treverorum. Bis heute ist die Porta Nigra das Wahrzeichen der Stadt. Wie die Römer ihre Städte bauten, mit welcher Technik und welchen Materialien sie Häuser errichtet haben, rekonstruieren Archäologen und Historiker mit Nachbauten und wissenschaftlichen Experimenten.

Neben Wohn- und Sakralbauten schufen die Römer ein weit umspannendes Versorgungsnetz für Frischwasser. Wie konnte es ihnen gelingen, Wasserleitungen über viele Kilometer so zu bauen, dass die Städte immer ausreichend Wasser hatten?
Wasser verbrauchten sie reichlich: Für ihre Thermen, für ihre Gewerke, aber auch für die öffentlichen Bedürfnisanstalten. Frischwasserversorgung und Abwasserentsorgung war in ihren Städten auf einem Stand, der in Deutschland erst wieder im 19. Jahrhundert erreicht wurde!

Den Urin in den öffentlichen Toiletten sammelten die Färber ein. In römischen Färbereien wurden mit Hilfe des ammoniakhaltigen Urins Stoffe gefärbt. Ein heutiger Versuch an der Fachhochschule Köln vollzieht die übel riechende, aber ausgereifte Färbetechnik von damals nach.

Was die Römer in den germanischen Provinzen kultivierten, bereichert unseren Speiseplan noch heute: Kräuter, Wein, viele Obstsorten. Wie das römische Essen geschmeckt hat erfährt Moderatorin Lena Ganschow auf einer "kulinarischen Zeitreise". In der Villa Borg im Saarland wird nach damaligen Rezepturen gekocht.

Das Essen der Gladiatoren bestand in erster Linie aus Hülsenfrüchten. Ein harter Test für junge Studenten der Universität Regensburg. Unter wissenschaftlicher Beobachtung trainierten und lebten sie 3 Monate lang wie ihre antiken Vorbilder. Doch Nahrung und medizinische Versorgung waren trotz des kargen Lebens für die meisten Gladiatoren zunächst eine Verbesserung. Als Kriegsgefangene, Sklaven, zum Tode Verurteilte entrechtet, hatten sie zu den Spielen "begnadigt", immerhin eine Überlebenschance.

Auf ihrer Spurensuche stehen Lena Ganschow in dieser Folge u.a. Dr. Eckart Köhne vom Landesmuseum Trier, der Archäobotaniker Prof. Dr. Manfred Rösch von der Universität Heidelberg und Ruth Heisel vom saarländischen Archäologiepark Römische Villa Borg als Experten zur Seite.

Il viaggio nella vita quotidiana dei Romani inizia nella città più antica della Germania, Treviri , l'ex Augusta Treverorum. Oggg, la Porta Nigra è il punto di riferimento della città.

Oltre agli edifici residenziali e religiosi, i romani crearono un sistema di distribuzione per l'acqua potabile. Erano in grado di costruire condutture idriche per miglia in modo tale che le città potessero disporre d'acqua a sufficienza.
Acqua consumata ed utilizzata abbondantemente: per le sue terme, per i loro traffici , ma anche per i gabinetti pubblici. Fornitura di acqua fresca e servizi igienico-sanitari nelle loro città ad un livello che è stato raggiunto nel 19 ° secolo nuovo solo in Germania!

L'urina nei bagni pubblici raccolt per le tintorie. In tintori romani tingevano e colorovano con le urine contenenti ammoniaca.


Die Römer im Südwesten - Teil 1/2 - Die Eroberung Germaniens - YouTube


Trier, Mainz, Hechingen-Stein, Germersheim und viele andere Orte bergen römische Spuren, die bis heute erhalten sind. Auf ihrer Reise durch die ehemaligen germanischen Provinzen zeigt Lena Ganschow den Zuschauern, wie die Römer hierher kamen und wie sie Kultur und Geschichte im Südwesten prägten. Und sie lässt die Zuschauer an archäologischen Experimenten teilhaben, wenn zum Beispiel unter der Leitung von Prof. Christoph Schäfer der Nachbau eines römischen Patrouille-Schiffs auf dem Rhein getestet wird. Oder wenn ein römisches Wohnhaus nachgebaut wird.

Mit Hilfe von aufwendigen Reenactments und 3-D-Rekonstruktionen lässt der Film die Welt von damals wieder auferstehen. Es entsteht ein faszinierendes Bild von der Kultur und dem Alltagsleben der Römer in den Germanischen Provinzen.

Die Spurensuche von Lena Ganschow beginnt in den Alpen. Über den Fernpass waren die römischen Legionen nach Germanien vorgedrungen. Ihr Schuhwerk: Sandalen! Grund genug für ein ausführliches Experiment: Eine Truppe "Hobby-Römer" testet unter wissenschaftlicher Aufsicht die Ausrüstung der Legionäre - und nicht nur das Schuhwerk. Auch die Waffen - von Pilum und Schild bis zum Katapult - werden unter die Lupe genommen. Die wissenschaftlichen Waffen-Experimente begleiten Naturwissenschaftler des Fraunhofer-Instituts in Kandern. Sie messen mit modernsten Methoden Durchschlagskraft, Geschwindigkeit und Reichweite der antiken Waffen. Diese Tests machen klar: Die Römer waren den "Barbaren", wie sie unsere Vorfahren nannten, waffentechnisch haushoch überlegen. Und sie bauten auf klare Organisationstrukturen innerhalb einer Berufsarmee. Nur einmal, in der sogenannten Varus-Schlacht, mussten sie eine herbe Niederlage gegen die Germanen hinnehmen.

Doch wie gelang es den Römern die germanischen Provinzen über Jahrhunderte gegen Angreifer aus dem freien Germanien zu sichern? Mit einer unglaublichen Präzision errichteten sie den 550 Kilometer langen Grenzwall, den Limes, dessen Spuren noch heute sichtbar sind und der zum Unesco-Weltkulturerbe gehört. Daneben waren es die Flüsse, Rhein und Donau, die als "nasse Grenze" Schutz boten. Aber nur, wenn sie gut bewacht wurden. Zum Beispiel mit schnellen Patrouillenbooten, wie das "Navis Lusoria". Aus geborgenen römischen Schiffswracks erarbeitet ein Expertengremium Baupläne und rekonstruiert dieses historische Schiff. Der Film begleitet die Arbeit bis zu den ersten Testfahrten, an denen auch Lena Ganschow beteiligt ist und feststellt, dass das Rudern auf einem römischen Kriegsschiff ganz schön anstrengend gewesen sein muss.

Die Straßen erschlossen die römische Welt hinter den Flüssen, auch in den germanischen Provinzen. Mit Raststationen an den Hauptverbindungsstraßen. In Hechingen-Stein wird so eine Raststation seit etlichen Jahren ausgegraben. Sie war gleichzeitig Teil einer "villa rustica", eines römischen Landguts. So konnten die Reisenden mit Produkten vom eigenen Hof verwöhnt werden. Noch heute können Besucher hier erfahren, wie großzügig die Römer gebaut haben: Das Landgut in Hechingen-Stein verfügte nicht nur über ein prächtiges Verwaltungsgebäude, sondern auch über Werkstätten.

Treviri, Magonza , Hechingen - Stein , Germersheim e molti altri luoghi conservano ancora oggi rovine e resti romani. Nel loro viaggio attraverso le ex province germaniche Lena Ganschow mostra agli spettatori come i romani sono giunti fino in Germania ed abbiamo influenzato la cultura e la storia nel sud-ovest.

La ricerca di tracce di Lena Ganschow inizia nelle Alpi. Dal Passo Fern le legioni romane sono penetrarono in Germania.

Carnuntum - Weltstadt im Land der "Barbaren"



Der römische Offizier und Historiker Villeius Paterculus berichtete sechs nach Christus, dass ein unter dem Feldherrn Tiberius stehendes römisches Heer sein Winterlager im keltischen Königreich Noricum errichtete. Der genaue Ort der Niederlassung wird als "Carnuntum" bezeichnet. Das war die Geburtsstunde der legendären, römischen Großstadt im "Land der Barbaren", später auch als Klein-Rom an der Donau bezeichnet.

Mit 3-D-Animationen und Spielszenen wird das Leben und Treiben in der antiken Metropole wieder zum Leben erweckt.

Besonders ausführlich beschäftigt sich der Film mit den ganz alltäglichen Dingen des römischen Lebens vor 2.000 Jahren, die aus heutiger Sicht besonders interessant erscheinen. Wie hat die normale Zivilbevölkerung gelebt? Und wie der einfache Soldat? Was wurde gegessen und was wurde getrunken?

Antworten auf diese und viele Fragen mehr sind in den aufwendig inszenierten Spielszenen verpackt. Der Zuschauer erfährt, wie der so genannte "Puls", der Eintopf, in der römischen Armee zubereitet wurde, aber auch, was die so genannte High Society tafelte: Die Oberschicht Carnuntums genoss kulinarisch nahezu jeden Luxus. Sogar frische Austern, die man in salzwasserbefüllten Holzfässern von der Adria bis an die Donaumetropole transportierte, standen auf der Speisekarte. Doch nicht nur "was" gekocht wurde, sondern auch "wie" gekocht wurde, zeigt der Film in hyperrealistischen Bildern.


L'ufficiale romano e storico Villeius Paterculus ci informma che nel sei dC, che l'esercito romano, nel periodo dell'imperatoreTiberio, costruì il suo accampamento invernale nel regno celtico di Noricum. La posizione esatta dell'insediamento venne chiamata " Carnuntum ". Quella fu la nascita dei leggendari metropoli romana nella "terra dei barbari ", più tardi conosciuta anche come la piccola Roma sul Danubio.