martedì 27 marzo 2012

Pavimento dell'Età Romana. Eccezionale scoperta archeologica della Soprintendenza nel centro di Marsala

Pavimento dell'Età Romana. Eccezionale scoperta archeologica della Soprintendenza nel centro di Marsala
LA SICILIA Sabato 03 Marzo 2012

Il ritrovamento in vicolo Neve a pochi metri da piazza della Repubblica. Il manufatto risalirebbe al III - IV secolo dopo Cristo

Marsala. Eccezionali i ritrovamenti emersi dalla ricerca archeologica condotta in città dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Trapani, con la direzione dia Rossella Giglio. Ad emergere, nelle scorse ore, è stato un nuovo pavimento di età romana ritrovato nel centro storico, esattamente in vicolo Neve, una traversa di via Mario Rapisardi, vicino piazza della Repubblica.
La straordinaria scoperta archeologica proviene dalle ricerche attualmente in corso in una proprietà privata del centro storico . I lavori oltre che da Rossella Giglio, che è il direttore scientifico, sono stati seguiti in cantiere dagli archeologi Emanuele Canzonieri e Carola Salvaggio.
«E' importante sottolineare - dice Rossella Giglio - che l'area di scavo archeologico prossima a piazza Loggia, il centro marsalese, ha interessato un punto nodale della topografia della città antica, relativo all'abitato e alle strade che delimitavano gli isolati. All'interno del vano di ingresso dell'edificio un intervento di scavo archeologico preventivo, prescritto dall'Unità operativa VIII della Soprintendenza di Trapani, in corso da una settimana, ha riportato alla luce questo lacerto archeologico relativo alla città romana. In particolare, abbiamo rinvenuto un consistente lembo di pavimentazione in cocciopesto e graniglia bianca, con inserti marmorei policromi disposti secondo una maglia quadrata. In base ai primi confronti potrebbe trattarsi di un pavimento in uso intorno al III - IV secolo dopo Cristo che riutilizza frammenti di pregiati rivestimenti policromi appartenenti ad una fase abitativa più antica (età tardo-ellenistica - II secolo avanti Cristo). Il pavimento è delimitato a Nord Est da un muro intonacato, disposto parallelamente al vicino decumano massimo (attuale via XI Maggio)».
Secondo gli studi della Soprintendenza il vano faceva parte di una casa inquadrata regolarmente tra uno dei cardines (l'attuale via Rapisardi) ed il decumano stesso, distante poche decine di metri. Il contesto stratigrafico documentato al di sopra del pavimento è costituito da una serie di accumuli di età medievale, direttamente disposti sul crollo del tetto. Lo scavo è stato limitato al solo vano di ingresso per problemi di sicurezza relativi alla staticità del vecchio fabbricato e delle sue fondazioni, oggi perfettamente restaurate.
«Le nuove scoperte, che ora sono chiaramente oggetto di studio - aggiunge Rossella Giglio - sono di estrema importanza per la storia della città e per la sua topografia».
Tutto quanto emerso finora dagli scavi cittadini, iscrizioni lapidee, depositi votivi, strutture edilizie e complessi monumentali, permettono, intanto, davvero di parlare con certezza di culti e divinità sul promontorio di Capo Boeo e le scoperte effettuate da Giglio già negli anni Novanta avevano arricchito notevolmente le conoscenze sulle testimonianze funerarie monumentali con il ritrovamento dell'ormai noto ipogeo dipinto di Crispia Salvia, contraddistinto da una vivace decorazione policroma e, in aggiunta, il dedalo sotterraneo delle catacombe paleocristiane e le pitture e i mosaici dei Niccolini. Poi solo interventi sporadici, non sostenuti da un organico piano di ricerca, si erano susseguiti negli anni successivi al ritrovamento della famosa Insula Romana, ma con la rimessa in luce del Decumano Massimo e delle importanti tombe bizantine con iscrizioni dipinte in lingua greca, delle fortificazioni costiere e dello sbocco a mare del fossato, delle statue marmoree della Venere Callipige e di Iside, le ricerche archeologiche hanno ripreso nuova linfa.
Il ritrovamento più straordinario delle ricerche, iniziate nel 1999 e proseguite nel 2002, 2003, 2004 e 2008 è stato quello del Decumanus Maximus, la grande strada in uso fino al IV secolo dopo Cristo corrispondente all'attuale via XI Maggio - nel centro urbano della città - e con la sua continuazione - viale Vittorio Veneto - nel settore dell'area archeologica prospiciente il Capo Boeo.
Il Parco archeologico di Lilibeo, adesso, è la base su cui i marsalesi possono cominciare a programmare il futuro sviluppo economico e turistico ddella città. La sua inaugurazione, il suo completamente e la restituzione alla fruizione totale, rappresentano il trampolino di lancio di Marsala.
Jana Cardinale


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