martedì 9 agosto 2011

Il dio, le Muse e i palazzi nel mosaico scoperto sulla Domus Aurea

Il dio, le Muse e i palazzi nel mosaico scoperto sulla Domus Aurea
LAURA LARCAN
LA REPUBBLICA – 30 luglio 2011

La sua nudità ha un carattere eroico, esaltato dal forte realismo della muscolatura, e la cetra che tiene nel braccio sinistro evoca subito l'affinità con il genio delle arti. Così appare la figura maschile, identificabile col dio Apollo, al centro del monumentale mosaico parietale di sedici metri di lunghezza, datato alla seconda metà del I secolo d. C., che ha restituito il ventre del Colle Oppio, scoperto nella galleria sotterranea sud occidentale che sosteneva le soprastanti Terme di Traiano. Non conserva una superficie compatta, ma i frammenti sopravvissuti hanno un respiro monumentale. Spiccano le architetture prospettiche, create con un sapiente effetto da trompe l'oeil. E l'illusione è perfetta: le volute dei capitelli, le scanalature delle colonne, i rilievi dei fregi, tutto è descritto con precisione realistica. Cuore della scena, la figura maschile nuda, con il manto sulla spalla: un trionfo di grazia chiaroscurale, dove l'alternanza tonale delle tessere sembra scolpire l'anatomia del corpo. Si individuano anche tracce di due figure maschili, di cui una vestito alla greca senza barba, e una femminile, forse la Musa. Ma è il fondo della parete destra che ha fatto brillare gli occhi agli archeologi. Qui emergono sontuose prospettive architettoniche, decorate con ghirlande, che lasciano vedere la prosecuzione in basso della decorazione: «E molto probabile che il mosaico scenda fino a dieci metri dal piano attuale — racconta Rita Volpe che ha guidato lo scavo — Il mosaico decorava un ambiente grande su cui si affacciava un ninfeo. L'identificazione delle figure con Apollo e le Muse, fa pensare ad un luogo destinato allo svago e alle arti». Un cosiddetto "musaeum", pertinente ad un edificio residenziale di alto livello. Il capolavoro si ritrova incastonato in quel limbo di storia tra la Domus Aurea e il complesso termale voluto da Traiano, testimoniando una vita romana dopo l'incendio del 64 d. C. e prima dell'inaugurazione delle terme griffate dall'archistar dell'epoca, Apollodoro di Damasco, avvenuta nel 109. La galleria della scoperta è la stessa che nel 1998 aveva restituito l'affresco a volo d'uccello della "Città Dipinta" e il mosaico con il Filosofo e la Musa. Fino alla metà degli anni '90, parte di questo criptoportico era interrato e utilizzato come rimessaggio dell'Ufficio giardini. È stata l'ultima campagna di scavo avviata nel 2010 con 200 mila euro di fondi Arcus dagli archeologi della Sovrintendenza capitolina ad aver riportato alla luce il mosaico presentato ieri. «Una scoperta straordinaria — commenta il sovrintendente Umberto Broccoli — per le condizione di conservazione e la grandezza. I mosaici parietali sono rarissimi, soprattutto di quest'epoca. E secondo solo al mosaico del Quirinale». «Per valorizzare l'area servono 680 mila euro — annuncia Gasperini — Con una variazione di bilancio mettiamo in campo subito 200 mila euro per continuare lo scavo e renderlo visibile già dal prossimo autunno».