domenica 30 gennaio 2011

Allarme sull'Appia Antica

Allarme sull'Appia Antica
Carmine Sarno
Milano Finanza 15/1/2011

Burocrazia e mancanza di fondi ostacolano l'attività dell'Ente Parco che ha in gestione l'area. Previsti interventi di riqualificazione del territorio per oltre 9 milioni, ma soltanto la meta 6 stata realizzata

Per gli antichi romani l'Appia Antica era la regina viarum, la più importante arteria di comunicazione della Repubblica romana e poi dell'Impero. Oggi lungo il tratto iniziale della via si sviluppa una delle aree protette e vincolate più importanti del mondo: il parco regionale dell'Appia Antica, un ente istituito a fine anni 80, guidato dallo scorso agosto dal commissario straordinario Federico Berardi. Gli oltre 3.400 ettari del parco rappresentano la punta di diamante delle oltre 50 aree protette presenti in tutta la Regione, un fiore all'occhiello che per la sua stessa natura si differenzia notevolmente dalle altre riserve laziali. Come testimoniano le cronache di questi giorni (il crollo di un'antica cisterna nella Valle della Caffarella), all'interno del parco dell'Appia Antica convivono esigenze estremamente differenti tra di loro: dalla tutela del patrimonio archeologico a quello naturale, dal contrasto all'abusivismo edilizio al controllo di un territorio densamente popolato che si estende nel cuore della Capitale. Per rendersene conto della complessità della situazione basta soffermarsi sui dati dell'attività di controllo svolta dai guardia-parco in questi anni. Dal 2005 c'è stato un forte incremento dell'attività sanzionatoria, e grazie al monitoraggio continuo del territorio sono state elevate contravvenzioni per oltre 200 mila euro: dalle discariche abusive agli incendi dolosi, dalla cartellonistica abusiva agli accessi non autorizzati nelle aree protette. Una mole notevole di incombenze che spesso si scontra con le esigue risorse messe a disposizione dall'amministrazione. Di fatto, come ha sottolineato lo stesso Berardi, sebbene le risorse siano «scarse, ovvero pari a zero», l'ente si deve occupare della «conservazione, la protezione e la valorizzazione dei caratteri naturali e paesaggistici del proprio ambito territoriale, legati all'accoglienza turistica e alla fruizione del Parco e alle attività agricole». Ad oggi sono stati realizzati o sono in corso di realizzazione progetti di riqualificazione, recupero e fruizione delle aree del Parco per oltre 9 milioni di euro. Di questi poco più della metà (circa 5,5 milioni) è rappresentata da progetti già realizzati, soprattutto per quanto riguarda la tutela e il recupero del patrimonio paesaggistico e storico. Altri 3,5 milioni, invece, rappresentano l'ammontare dei progetti ancora in fase di progettazione. Quando non sono le necessità di bilancio ad ostacolare l'attività di gestione del Parco dell'Appia Antica, ci si mette di mezzo la burocrazia. Sono serviti due anni, infatti, affinché il Campidoglio affidasse la gestione della Valle della Caffarella (situata proprio nel cuore del Parco) all'ente. Sarà un caso ma il recente crollo è avvenuto proprio in questa zona. Come ha ricordato nei giorni scorsi il commissario straordinario «il problema della Caffarella è che le operazioni di messa in efficienza del patrimonio pubblico comunale sono iniziate e terminate nel 2000 con i fondi del Giubileo» e molti interventi necessari sono stati lasciati in sospeso.