venerdì 26 novembre 2010

L´avamposto dove si preparava la guerra a Cartagine

L´avamposto dove si preparava la guerra a Cartagine
GIOVEDÌ, 11 NOVEMBRE 2010 LA REPUBBLICA - Firenze

La città venne abbandonata nel 1100

UN avamposto che dominava i traffici verso il mare e i commerci dell´entroterra. Forse lo sbocco sul Tirreno della potente Camars-Chiusi. Una città ricca che ha dominato per mille anni di storia, dall´VIII secolo a. C. fino al 1110, quando fu sede arcivescovile, poi definitivamente abbandonata. Roselle (Rusel in etrusco) la "città dei vivi" e non solo necropoli ha una stratificazione archeologica complessa, chiusa nel recinto di mura di 3,5 chilometri. «Ha una lunga storia inizialmente legata a Vetulonia, altra grande città che controllava la costa tagliata dall´Ombrone, via di penetrazione e di scambi - spiega Carlotta Cianferoni, archeologa e direttrice del Museo fiorentino - E abitata dal periodo villanoviano, fino all´urbanizzazione, alla costruzione delle fortificazioni con le mura, nel VII sec. a. C., in cui prende il sopravvento su Vetulonia, fino ad arrivare al periodo romano, in cui ospita domus, statue e il foro, il teatro, le terme. Nasce come città etrusca che si struttura con famiglie emergenti e aristocratiche, che hanno i loro templi e culti». Roselle sorge su due colline, unite da una valletta centrale.
Un centro agricolo oltre che di commerci. Già nel VI sec. a. C. sono attestate a Roselle produzioni artigianali di ceramica e di bucchero. Poi la conquista romana, nel 294 a. C. segna per tre secoli la storia della città etrusca, che tuttavia era più grande popolata di quella romana. «Livio, autorevole fonte romana, dice che Roselle dà a Roma alberi per le navi e granaglie per le imprese contro Cartagine. Sicuramente le attività prevalenti sono sempre state agricole e boschive» aggiunge Mario Cygielman, direttore del sito. Ma è il I secolo che la vede diventare centro fiorente, ricca colonia con la costruzione di grandi edifici pubblici. Con nuove strade in basolato, che conservano ancora oggi le impronte dei carri, l´impianto idraulico in tubi di piombo, le domus con i mosaici.
«Non sappiamo quanti abitanti avesse. Roselle non è mai stata scavata per esteso e non abbiamo documentazione. Di certo fu un centro fiorente, visto che già in epoca etrusca aveva una cinta di 3,5 chilometri mezzo. Al cui interno, nel periodo etrusco si coltiva e si fa vita di contadini, con la gerarchia della lucumonia» osserva Cygielman. Il periodo romano ha cancellato in gran parte l´urbanizzazione etrusca, nonostante alcune testimonianze. «Roselle fu riedificata nella prima età imperiale con grande fulgore, ospitava personaggi poi diventati senatori a Roma, fu monumentalizzata con il foro, le terme, la casa degli augustali, dove sono state ritrovate le 40 statue rinvenute con gli scavi tra il 1960-‘70-‘80- prosegue il direttore - ma non ha attività minerarie come Populonia o Vetulonia, ma solo agricoltura e commerci».
(m.a.)