martedì 10 marzo 2009

I Flavi protagonisti di quattro incontri pubblici e di una grande mostra al Colosseo

I Flavi protagonisti di quattro incontri pubblici e di una grande mostra al Colosseo
CARLO ALBERTO BUCCI
DOMENICA, 08 MARZO 2009 LA REPUBBLICA Roma

Vespasiano e Domiziano, la gens che sconvolse Roma

Incontro con l´archeologo Filippo Coarelli alla vigilia della prima lezione magistrale Storie e segreti di una dinastia guerriera

Nel viso del padre, le rughe scavano la pelle incorniciando l´espressione austera di un uomo che ha raggiunto la gloria ma non dimentica le umili origini e non dissimula la fatica della scalata. Lineamenti aggraziati e sguardo distante, invece, nel ritratto del figlio che volle farsi chiamare Dominus et Deus. Vespasiano e Domiziano, inizio e fine di un clan, quello dei Flavi, che in soli 27 anni cambiò il volto di Roma prima di dissolversi senza essere riuscito a dare un´erede a quella gens venuta dall´alto Lazio a soppiantare l´aristocrazia romana.
Filippo Coarelli domani, nella sede del Museo nazionale di Palazzo Massimo, terrà la prima di quattro lezioni (ogni lunedì alle 16 fino al 30 marzo: obbligatorio prenotarsi al numero 06 39967700) dedicate a Domiziano (51-96 d. C.): l´imperatore che a trent´anni succedette al fratello Tito e che completò il Colosseo iniziato dal padre. Ed è proprio l´anfiteatro Flavio il cuore della grande mostra che, voluta dalla Soprintendenza statale e affidata alla cura di Coarelli, dal 27 marzo porterà il pubblico a spasso nei luoghi dei Flavi a Roma: il Palatino, il Foro, Campo Marzio e il Quirinale.
«Il crudo realismo del ritratto di Vespasiano è coerente con la sua politica di uomo d´armi nato in un´umile famiglia della Sabina e, dopo aver servito Nerone in Medio Oriente, venuto a moralizzare i costumi di Roma» dice Coarelli illustrando il busto prestato dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, uno dei pezzi più pregiati della mostra "Divus Vespasianus" che, a 2000 anni dalla nascita (17 novembre del 9 d. C.), coinvolgerà anche i luoghi di origine: Norcia (paese della madre, una Vespasiani), la Rieti dei Flavi, ma anche Cascia, Città Reale e L´Aquila.
La mostra di Roma si estenderà fino al Campidoglio. Lì c´era il tempio di Giove Capitolino, che padre e figlio ricostruirono per ben due volte. E c´è il palazzo dei Conservatori dove è esposto uno dei rari ritratti di Domiziano: «I pochi volti dell´imperatore scampati alla damnatio memoriae - aggiunge l´archeologo allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli - segnalano un salto ideologico rispetto alla ritrattistica e alla politica paterne: ora l´imperatore è un dio e il modello è ellenistico, quello di Alessandro Magno, come dimostra il ritratto equestre in bronzo giunto fino a noi solo perché al posto della testa del cavaliere, ossia Domiziano, misero quella del successore, Nerva».
Avversario feroce del Senato fino a soccombere sotto i pugnali di un´ennesima congiura contro di lui, Domiziano fece costruire e rimodernare più di 50 edifici nella capitale dell´Impero. Tra questi, la sua smisurata dimora: la più grande del Palatino. «Attraverso l´architetto Rabirio - sottolinea Coarelli - Domiziano fonda il modello dell´organismo chiuso che accorpa spazi pubblici e privati: la struttura del palazzo imperiale». L´architettura specchio della politica. «Accentrò il potere su di sé fino a diventare un monarca assoluto».
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200903articoli/41679girata.asp