sabato 26 luglio 2008

Ritorno al futuro nel mito dei Campi Flegrei

CAMPANIA - Ritorno al futuro nel mito dei Campi Flegrei
Carlo Avvisati
25/07/2008 IL MATTINO

La regola imponeva che le dame puteolane di 2000 anni fa occupassero posti separati da quelli dell’altro sesso allorché si recavano all’anfiteatro cittadino - il cosiddetto anfiteatro Maggiore - per assistere agli spettacoli che periodicamente vi si tenevano. Ora il «Re-tour» dei Campi Flegrei apre appunto offrendo la possibilità di visitare quello che dopo il Colosseo di Roma e l’altro di Capua era il terzo anfiteatro d’Italia per grandezza e capienza. Un percorso di ritorno nella storia e nel mito di quell’area che nel Settecento era tra le tappe fondamentali del Grand Tour, il viaggio che nobili e letterati di tutta Europa faceva lungo l’intera penisola italiana. Ad accompagnare i viaggiatori del XXI secolo sarà un Virgilio moderno e tecnologico che attraverso le cuffie dei rossi bus di «Citysightseeing» presenterà, nella madrelingua del turista, l’itinerario, che parte da largo Castello. Il percorso, difatti, non prevede solo archeologia classica, ma anche moderna: dall’alto della discesa di Coroglio si vedono i resti dell’altoforno dell’Ilva, la ferriera di Bagnoli, e il lungo pontile di carico e scarico che per quasi ottocento metri si incunea nel mare. Poi, c’è Città della Scienza. Più lontano si vede Miseno e il suo porto, la dov’era acquartierata la flotta più importante di Roma, la Classis misenensis, quella che doveva proteggere l’impero dalle insidie dei pirati e dei nemici africani. Poi arriva l’anfiteatro di Pozzuoli, appunto. Accanto all’edificio «perfettamente conservato», come sottolinea Costanza Gialanella, l’archeologa responsabile del territorio, e in cui si mostrano i meccanismi per tirare su le scene e le gabbie con le belve, c’è la possibilità di vedere la Solfatara e le sue fumarole, ovvero quello che la mitologia degli antichi considerava l’ingresso agli inferi; quindi, la Basilica di San Gennaro, il Tempio dedicato a Serapide, il Serapeo e il Rione Terra. Questo primo itinerario, nato con un progetto finanziato da Ue con Piano operativo regionale (Por) e promosso dall’assessorato regionale al Turismo e ai Beni culturali della Regione assieme all’Ente Parco, ai comuni dell’area Flegrea e alla Soprintendenza speciale ai beni archeologici Napoli-Pompei, sarà arricchito nei prossimi mesi da altre tappe: a settembre aprono sia il Foro transitorio della Puteoli romana sia lo stadio di Antonino Pio. Il monumento, venne costruito nell’area del grande complesso residenziale suburbano appartenuto a Cicerone, nel cui mausoleo venne appunto tumulato Adriano, morto a Baia nel 138 dopo Cristo, prima del suo trasferimento a Roma. Per onorarne la memoria, l’imperatore e figlio adottivo Antonino Pio costruì lo Stadio di Puteoli. Ancora, la Villa di Livia, uno straordinario modo di fare cultura: sui resti di una villa romana, completamente protetti e restaurati, è nato un ristorante più unico che raro. Le visite sono previste solo il venerdì e il sabato, dalle 10 in poi, da oggi fino al 20 settembre. Il costo, che non include il biglietto per i siti, è di dieci euro. Due gli itinerari possibili. Il primo prevede appunto l’area puteolana; il secondo da la possibilità di vedere il territorio di Cuma. Dal 20 settembre, poi, si aggiungeranno anche il percorso nell’area del Lago d’Averno, «discesa agli inferi», nel cratere di Monte Nuovo, e la visita al Castello di Baia e al suo Museo archeologico.