venerdì 4 luglio 2008

Augusteo, il pozzo dei tesori

ROMA - Augusteo, il pozzo dei tesori
CARLO ALBERTO BUCCI
la Repubblica 04/07/2008

L´Augusteo sembra un gigante che si scrolla di dosso i quintali di terra, gli strati della storia, la decennale vegetazione invadente. Sono due le linee di scavo che la Sovrintendenza comunale sta portando avanti: una per dare una nuova forma, secondo il progetto di Francesco Cecchini, alla piazza degli anni Trenta; l´altra, per riportare alla luce - ossia dietro le vetrine dell´Antiquarium che si affaccerà lungo l´anello esterno - le migliaia di marmi che il mausoleo conserva nelle sue viscere. E che le benne delle ruspe hanno portato improvvisamente a galla. «Antonio Maria Colini, finiti gli scavi che gli avevano fatto scoprire la cella con le urne contenenti le ceneri dei familiari di Augusto, "tombò" letteralmente nelle pareti laterali centinaia di capitelli, colonne, frammenti di statue» spiega l´archeologa Paola Virgili, direttrice dei lavori e dello scavo condotto da Ersilia Loreti, Elisabetta Carnabuci e Nadia Agnoli. «È bastato che abbattessimo una cortina di mattoni, per rientrare in possesso di un patrimonio di marmi e pietre che appartengono al sepolcro imperale, ma anche ai 120 edifici demoliti durante il Ventennio per isolare l´Augusteo».
Allieva di Colini, la Virgili si muove tra la polvere del cantiere come a casa propria: «Quel capitello, si trovava a via Ripetta ed era stato trasformato in una fontana mentre questa scala - spiega facendosi largo tra i rovi - apparteneva all´Auditorium d´inizi Novecento costruito sul mausoleo e abbattuto dopo il 1936: terremo anche questa, perché ogni traccia della storia dovrà essere evidenziata». Poi, davanti ai frammenti della volta, crollati a terra e oggi deposti come gigantesche corazze capovolte, l´archeologa sogna: «È possibile capire da dove si staccarono e, se la tecnologia ci aiuta, si potrà anche riportarne alcuni lassù in alto, per suggerire la copertura di questo edificio che misurava 100 piedi d´altezza, trenta metri in tutto, su un diametro di ben 88 metri e 80».
Per andare avanti nel progetto di restauro completo del mausoleo della famiglia Giulio-Claudia, c´è un finanziamento (legge Roma Capitale) di 4 milioni di euro, ma «ce ne occorrerebbero almeno altri 6», spiega l´archeologa. Intanto ci sono però i 450 mila euro stanziati per fare strada alla nuova piazza. E due milioni per fare spazio all´Antiquarium togliendo terra per tre metri lungo i fianchi dell´anello, ma anche per le operazioni di scavo all´interno del monumento. Per fare posto alla pavimentazione pensata da Cellini verso via Tomacelli (in asse con il rettifilo che nell´antichità univa il mausoleo al Pantheon di Augusto) sono state scavate, e in parte demolite, le cantine del cinquecentesco Collegio dei croati abbattuto nel Ventennio, «sotto le quali non abbiamo trovato finora nulla di romano, per di più prima del 1463 questo posto veniva chiamato "gli ortacci"».
Poco distante, c´è il tratto di pavimentazione originaria (con tanto di disegno graffito sulle basole dai mastri incaricati di mettere qui a punto il timpano del Pantheon) che, ora coperto per protezione, sarà in seguito messo in bella evidenza. E ci sarà spazio nell´Antiquarium anche per i resti di palazzo Rospigliosi e dell´ospedale di San Rocco, appena venuti alla luce scavando verso il fiume. Mentre alcuni operai disboscano la vegetazione piantata sopra il mausoleo - saranno tagliati anche alcuni cipressi, malati e con radici devastanti - altri stanno saggiando il piano di calpestio: 80 centimetri sotto, hanno trovato il battuto in travertino della pavimentazione augustea.
Non furono solo palazzi rinascimentali ad aggredire il monumento. Già nel terzo secolo una famiglia si costruì una domus proprio addosso al sepolcro che conteneva le ceneri di Ottavia, la sorella dell´imperatore, fino a quelle di Giulia Domna, moglie di Settimio Severo. I resti, affioranti sotto via dei Pontefici e sopravvissuti alla calcara medievale dell´Agosta che trasformò in calce quintali di marmo antico, stanno per essere riportati alla luce. L´ovale in vetro dell´Antiquarium che s´affaccerà sul monumento (e sulla testa del quale resterà il verde) metterà in mostra pure il pavimento di questa invadente domus di terzo secolo. Ma anche le ceramiche rinascimentali ritrovate integre in due discariche, "butti", nel Collegio dei croati. L´Augusteo racconterà così tutta la storia, aulica e volgare, della piazza di Augusto.