martedì 22 gennaio 2008

Palatino, il tunnel segreto di Augusto

Palatino, il tunnel segreto di Augusto
Con gli archeologi tra i tesori scavati nei criptoportici
CARLO ALBERTO BUCCI
SABATO, 05 GENNAIO 2008 LA REPUBBLICA - Roma

Secondo le cronache di Svetonio fu qui che venne ucciso Caligola. Il passaggio sotto la casa dell´imperatore


Del togato, che giace ancora accanto al cumulo di terra che l´ha sepolto, si spera di ritrovare almeno la testa. Mentre è certo che proprio tra uno di questi criptoportici scavati nelle viscere del Palatino trovò la morte per mano dei suoi pretoriano Caligola il 14 gennaio del 41 d. C. Bellezza e ferocia, storia e archeologia, architettura e natura, si sovrappongono nel cuore della Città eterna. Ci siamo calati nel buco nel terreno che scende a nove metri sotto gli "Horti" che i Farnese nel XVI secolo fecero costruire spianando le rovine della dimora di Tiberio e riempiendo di terra i criptoportici che collegavano le case di d´Augusto con il Foro romano: i passaggi segreti - architetture tanto semplici quanto utili, imponenti, spartane - del palazzo degli imperatori.
Il soprintendente Angelo Bottini scende per la prima volta a vedere lo scavo che, iniziato a settembre e diretto dall´archeologa Maria Antonietta Tomei, sta rapidamente liberando dalle tonnellate di terra il tunnel che corre parallelo al criptoportico di Nerone. Ma svuotati dai detriti sono anche i passaggi laterali che, di volta in volta, gli operai dell´azienda "Consorzio Italia" trovano scendendo fino al pavimento, a cinque metri dalla chiave di volta. E in uno di questi anfratti - tra le volte che minacciano di crollare sotto la spinta delle radici degli alberi, giunte a scardinare fin quaggiù mattoni e malta - la terra usata come riempitivo ha restituito la statua acefala di un membro dell´élite imperale che volle farsi rappresentare bello come un dio greco. E la cui foto il 10 dicembre è stata mostrata durante la conferenza stampa per la riapertura (il 2 marzo prossimo) della Domus d´Augusto.
Bottini si piega per analizzare la statua. «Guardi soprintendente, ci sono ampie tracce di rosso sul appanneggio» sottolinea la Tomei liberando il vestito dalla polvere. «Già, anche la scultura nell´arte romana risplendeva di "rosso pompeiano"». Accanto al corpo, gli archeologi i primi di dicembre hanno trovato anche tre ali di marmo, «la suggestione è che appartengano alle Nike che fungevano da acroteri sul tempio della Vittoria». Verrebbe voglia di togliere la terra oltre il collo mozzo del togato, e cercare le altri parti di queste o di altre meravigliose statue. «Non si può "sgrottare", rischiamo di fare la fine dei topi», avverte la Tomei: «Lo scavo deve essere stratigrafico, partire dall´alto». E si sporge nel buio della caverna creata dal crollo del criptoportico «che la mancanza di tegole bipedali ci permette di datare a una fase pre neroniana, forse all´età augustea o al tempo di Caligola», precisa l´archeologa della soprintendenza. «Questo scavo dimostra che la casa di Augusto era molto più estesa di quanto immaginiamo. E mettere in sicurezza dai crolli immanenti la domus del suo successore Tiberio, significa salvare tutto il Palatino, che è un luogo ancora tutto da scoprire».
Il colle cede e i percorsi sotterranei rischiano di franare l´uno nell´altro. Per questo, con la consulenza dell´ingegner Giorgio Croci, si stanno facendo lavori di scavo e di consolidamento. Un primo intervento l´ha realizzato il vecchio Dionisio. L´operaio sorride soddisfatto e mostra il muro di mattoni che ha tamponato il crollo di una volta. «L´ho fatto come lo facevano gli antichi romani, dottò. Reggerà».